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Paolo Pulcini

L'oscura morte di Elisa Lam (Dark Water)


Quando andiamo a vedere l'origine e l'idea di un film scopriamo, la maggior parte delle volte, che esso è ispirato o tratto da racconti o fatti reali che poi vengono utilizzati per produrre una pellicola che ci tiene incollati sulle poltrone. La realtà come musa ispiratrice di film affascinanti e misteriosi, ma se invece fosse un film ad essere oscuro premonitore ed offrire un copione per la vita reale? Fa paura pensare che questo possa essere vero, ma esiste un caso relativamente recente che, oltre ad essere circondato da mistero e tuttora irrisolto, molto assomiglia alla trama di un film uscito qualche anno prima.

Los Angeles 2013. tutti i notiziari concentrano la loro attenzione su un apparente omicidio. Al Cecil Hotel viene trovato il corpo senza vita di una giovane ragazza all'interno di un serbatoio posto sul tetto dell'hotel. Il corpo è li da quasi tre settimane e solo le lamentele degli inquilini che, notando un acqua di colore e sapore strano fuoriuscire dai rubinetti, spingono affinché l'hotel verifichi che le norme di igiene vengano rispettate e che certifichino che l'acqua possa considerarsi potabile. Arrivata sul posto una squadra di ispezione scoprono che, all'interno di una delle cisterne, è presente un corpo esanime in avanzato stato di decomposizione. Dalle analisi successive si riesce a risalire all'identità della donna: il suo nome è Elisa Lam, studentessa 21enne di Vancouver di chiare origini asiatiche. Come ci è finito il corpo di Elisa all'interno della cisterna? E' la domanda che si pongono subito tutti. Abbastanza velocemente si scarta l'ipotesi di suicidio, anche perché la cisterna dove giaceva il corpo era chiusa dall'esterno e, a detta dei manutentori, nessuno prima del ritrovamento era più salito sul tetto da diverse settimane, nessuno quindi che avesse avuto modo di chiudere la cisterna trovandola aperta. Altro fatto è che, la morte spontanea per annegamento, è la forma di suicidio meno usata perché pressoché impossibile in forma vigile, la persona dovrebbe procurarsi prima uno svenimento e perdita dei sensi. A questo punto la strada più percorribile sembra quella dell'omicidio. Nei giorni successivi però anche questa pista sembra portare ad un vicolo cieco, infatti studiando ed analizzando i nastri delle telecamere di videosorveglianza, non si nota nessun movimento strano e nessuna persona arrivare sul tetto dove vi era posta una delle telecamere. Come avrebbe fatto qualcuno a gettare il corpo eludendo tutte le inquadrature e perché commettere un omicidio liberandosi del corpo in un modo così difficile? Le stranezze ed il mistero però aumentano, infatti non solo le telecamere non hanno ripreso l'eventuale omicida, ma neanche Elisa, come se lei su quel tetto non ci fosse mai andata ne da viva ne da morta, la sua ultima ripresa nell'hotel è quella dove viene immortalata mentre cerca di usare l'ascensore. Il mistero a questo punto si infittisce ancora di più. Le immagini mostrano inizialmente Elisa entrare nell'ascensore, ma quasi da subito la ragazza incomincia ad avere atteggiamenti strani. Mentre le porte continuano a rimanere aperte, nonostante la Lam avesse pigiato il pulsante per cambiare piano, la ragazza comincia a sembrare nervosa, qualcosa di strano sta succedendo fuori l'ascensore e lei ne ignora la natura. Inizia ad essere spaventata e cerca persino di celare la propria presenza nascondendosi in un angolo, ma qualcosa continua a succedere fuori l'ascensore, forse qualche rumore, forse delle voci, di sicuro qualcosa che Elisa non riesce a capire. Continua ad affacciarsi per tenere d'occhio il corridoio. Confusa e spaventata incomincia a premere tutti i pulsanti dei piani nella speranza che l'ascensore si decida a partire, ma tutto inutile, l'ascensore sembra bloccato. A questo punto la ragazza esce dall'ascensore ed inizia ad effettuare movimenti inconsulti soprattutto con le mani. Il movimento sembra del tutto innaturale e sembra che cerchi di provocarsi dolore alle dita. A questo punto Elisa si ricompone e lentamente scompare dall'inquadratura, andandosene lungo il corridoio. L'ascensore, che fino a quel momento sembrava bloccato, dopo che la Lam si allontana riprende il suo normale funzionamento, chiudendo le porte ed effettuando tutte le fermate richieste precedentemente dalla ragazza. Ma cosa è successo in quei 2 minuti? Chi ha indagato sul caso aveva inizialmente cercato di spiegare gli atteggiamenti della ragazza come riconducibili o ad un caso di epilessia o schizofrenia bipolare o nell'assunzione di qualche droga, ma le cartelle cliniche della ragazza e l'autopsia effettuata hanno escluso queste ipotesi. Il caso rimane un vero mistero che ad oggi non ha trovato ancora alcuna risposta certa. Per molti le immagini documentano una sorta di possessione che come conclusione avrebbe la morte della ragazza, ma le particolarità di questa vicenda non si fermano al video ed alla morte di Elisa Lam. La storia dell'Hotel è sempre stata circondata da un velo oscuro. Costruito nel 1920, fu presto eclissato da hotel concorrenti più glamour, a questo punto si decise di rendere il Cecil hotel più appetibile offrendo tariffe vantaggiose e a buon mercato, ma questo ottenne come risultato, si un incremento di prenotazioni, ma anche un abbassamento di qualità nella clientela, tanto che molti dei frequentatori più assidui si scoprì essere persone con intenti suicidi o pluriomicidi e le morti in quei corridoi non tardarono a palesarsi. Persino la serial killer Black Dahlia si dice fosse una cliente dell'hotel e questo non è un dettaglio da ignorare, infatti molti dei nomi presenti in questa misteriosa vicenda e la storia stessa sembrano ripercorrere i fotogrammi di una pellicola horror intitolata “Dark Water”.

Pellicola giapponese del 2002, ebbe un remake americano nel 2005. In questo remake troviamo come protagoniste una donna, Dhalia Williams e sua figlia Cecilia. Le due si trasferiscono in un edificio dove presto non solo avranno a che fare con l'ascensore, ma soprattutto noteranno qualcosa di strano. L'acqua che fuoriesce dai rubinetti è di uno strano colore questo perché, lo si scoprirà grazie a Dahlia, all'interno del serbatoio posto sul tetto dell'edificio c'è il cadavere di una fanciulla ormai in decomposizione. Il film comunque non finisce con il ritrovamento del cadavere e quindi ne consigliamo la visione consapevoli di non avervi rovinato del tutto il finale, ma una volta visto non si può fare a meno di pensare alle straordinarie similitudini tra gli elementi e i nomi del film, con la triste morte di Elisa Lam. In conclusione voglio aggiungere un fatto ancora più singolare se fosse realmente reale. Nelle settimane successive al ritrovamento del cadavere, nel quartiere di Skid Row, adiacente al Cecil Hotel, si manifestarono casi di tubercolosi. Allo scopo di debellare tale epidemia si mandano medici che tramite un kit cercano di determinare i casi di infezione. Sembrerebbe che tale Kit avesse il nome di Lam-Elisa che niente però avrebbe a che fare con l'Elisa sopracitata. Assurde coincidenze, lascio a voi ogni giudizio limitandomi a citare una frase riportata su alcune locandine del film Dark Water:

“Alcuni misteri non sono fatti per essere risolti”.

Video riprese telecamere sorveglianza del Cecil Hotel

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